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I SERVITORI  DEL “FASCISMO BIANCO” HANNO PERSO IL SENSO DEL RIDICOLO

I SERVITORI DEL “FASCISMO BIANCO” HANNO PERSO IL SENSO DEL RIDICOLO

Di Silvano Danesi

Dallo spettacolo offerto dalla politica italiana emergono due protagonisti di quella che insiste a chiamarsi sinistra: il socialista Riccardo Nencini, che in un colpo solo ha buttato alle ortiche un simbolo antico, quello del socialismo italiano e una tradizione e il Pd, partito ircocervo, nato dallo sposalizio morganatico tra la sinistra ex Dc e i rimasugli dell’ex PCI.

La storia si ripete?

Benito Mussolini da socialista diventò fascista e mise in atto un Ventennio finito tragicamente. Gli eredi della sinistra post bellica ora attuano il “fascismo bianco” (copyright geniale di Giulio Tremonti) essendo diventati gli esecutori obbedienti della finanza internazionale. Il Governo giallo rosso è, a tutti gli effetti, l’esecutore, in terra italiana, del “fascismo bianco” internazionale.

La storia del “fascismo bianco”, che obbedisce al Grande Reset, in terra italiana è iniziata con la defenestrazione di Berlusconi e con l’imposizione di Monti. Dal 2011 ad oggi è giusto un decennio. Con il governo giallorosso siamo arrivati al regime, alle leggi speciali, ai pennarelli punitivi per chi non si allinea, alla cialtroneria tipica del fascismo (spezzeremo le reni alla Grecia, per l’Italia un posto al sole, Amba Aradam, e via disfacendo ora è tradotto in faremo il più grande piano, vaccineremo l’intera popolazione, faremo volare il Paese, faremo, faremo, faremo e viaggeremo sui banchi a rotelle). Mussolini mandò gli alpini in Russia con le scarpe di cartone e noi mandiamo a scuola le future generazioni sui banchi  a rotelle.

Un decennio di “fascismo bianco” ha ridotto l’Italia da potenza economica a larva. La sedicente sinistra, dopo la sua mutazione antropologica in un esercito di servi al servizio del potere finanziario e dei monopoli, vorrebbe trascinarci in un altro decennio. Quello di Mussolini finì con l’Italia ridotta in macerie. Nel 2031, grazie ai servi del “fascismo bianco”, l’Italia sarà stata ridotta in frantumi, venduta al miglior offerente, grazie all’alleanza con il teutonico alleato. Solo pochi intellettuali della sinistra del nuovo vero antifascismo hanno la schiena dritta, come Luciano Canfora,  Giulio Tremonti, Federico Rampini (per fare alcuni esempi).

In un’intervista a La Verità (20.01.2021) il professor Luciano Canfora, a proposito del Pci afferma: “Credo che la vera nascita del Partito comunista italiano sia avvenuta nel 1944, con quello che Togliatti definiva «partito nuovo». Lo sbocco di quella linea doveva essere il recupero della tradizione socialdemocratica, l’approdo a una socialdemocrazia seria, che difendesse gli interessi dei più deboli. Ma mi rendo conto che tutto questo si è perso per strada. La composizione delle élite dirigenti del Pd non ha più nulla a che fare con quella tradizione. C’è stata una sorta di mutazione antropica. Cessate tutte le altre prospettive ideali, è rimasto solo l’europeismo, che nel migliore dei casi è un autoinganno, nel peggiore una grave scorrettezza”. Basta vedere la Merkel a caccia di vaccini e l’idea prende la forma della realtà.

Nella prefazione al libro di Federico Rampini: “La notte della sinistra: da dove ripartire” (Mondadori) è scritto: “Ci fu un tempo in cui sinistra e popolo erano quasi la stessa cosa. Adesso in tutto il mondo le classi lavoratrici, i mestieri operai vecchi e nuovi, cercano disperatamente protezione votando a destra. Perché per troppi anni le sinistre hanno abbracciato la causa dei top manager, dell’Uomo di Davos; hanno cantato le lodi del globalismo che impoveriva tanti in Occidente. E la sinistra italiana da quando è all’opposizione non ha corretto gli errori, anzi. È diventata il partito dello spread. Il partito che tifa per l’Europa «a prescindere», anche quando è governata dai campioni della pirateria fiscale. È una sinistra che abbraccia la religione dei parametri e delle tecnocrazie. Venera i miliardari radical chic della Silicon Valley, nuovi padroni delle nostre coscienze e manipolatori dell’informazione. Tra i guru «progressisti» vengono cooptate le star di Hollywood e gli influencer sui social media, purché pronuncino le filastrocche giuste sul cambiamento climatico o sugli immigrati. Non importa che abbiano conti in banca milionari, i media di sinistra venerano queste celebrity. Mentre trattano con disgusto quei bifolchi delle periferie che osano dubitare dei benefici promessi dal globalismo”.

Eccolo il “fascismo bianco”. E’ quello di Big Tech, che ha mostrato la sua vera faccia con l’uso della censura. E’ quello di Big Pharma. E’ quello di Big Money. E’ la trimurti del denaro e del potere, che si avvale della paura per asservire le masse e della comunicazione per toglierle loro la capacità critica.

Un tempo il fascismo mussoliniano si avvaleva della fisicità delle adunate oceaniche, delle folle osannanti. Ora, il “fascismo bianco” si avvale del virtuale, della psy op, del politicamente corretto, del pensiero unico come elemento certificante: se non sei d’accordo sei un “deplorable”, un bifolco, un bru bru.

Inoltre la sinistra è oicofobica; non ama le proprie tradizioni, le proprie radici, perché è globalista, secondo gli schemi del capitalismo finanziario.

“Si corre seriamente il rischio – scrive Rampini – che la sinistra diventi il «partito estero», sempre schierata con gli altri, se danno addosso ai sovranisti-populisti che governano l’Italia. In nome di un europeismo che quegli «altri» rappresentano solo nei proclami, non nella realtà. No, davvero non vedo un futuro per la sinistra italiana se si ostinerà a essere il partito dei mercati finanziari e dei governi stranieri, in nome di un europeismo beffato proprio da tedeschi e francesi”.

Una stoccata impietosa riassume l’attuale approdo della sinistra prona al “fascismo bianco”, quando Rampini afferma che uno dei problemi della sinistra politically correct è che “ha perso il senso del ridicolo”.

Dal 25 al 29 gennaio a Davos si riunirà la cupola del pensiero unico. Parleranno del Great Reset, ossia di come tagliarci le gambe e la testa. Sarà interessante vedere quanti peana arriveranno dai “fascisti bianchi” dell’italico stivale.

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