Di Silvano Danesi
E’ ora di liberare l’Italia dal partito trasversale dei filo cinesi. Il passaggio necessario è quello delle elezioni. Ha ragione da vendere l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, quando scrive, a proposito del silenzio italiano sulla strategia cinese di conquista del mondo: “ C’è un interesse preciso. I fatti mostrano che il Movimento 5 Stelle ha dalla Cina un appoggio significativo: il Memorandum of Understanding, la visita di Luigi Di Maio a Xi Jinping, tutte le concessioni ottenute via via, le posizioni prese anche nei contesti internazionali sulla regolamentazione degli investimenti stranieri (leggi cinesi) in Europa. Anche nel Pd c’è chi la sa lunga su queste cose, ma per i 5 Stelle la Cina è un punto di riferimento politico importante”. (Intervista a La Verità, 18 gennaio 2021). Esiste un partito trasversale filo cinese che unisce i papalini (le truppe di Bergoglio) e i silvestrini (le truppe degli educati a Villa Nazareth) dentro al Pd con il Movimento 5 Stelle, per fare dell’Italia e degli italiani la cavia sacrificale del Grande Reset e degli interessi del Vaticano nei confronti della Cina. Interessi che si saldano con quelli della Merkel, la quale, imponendoci di spendere soldi nel green, ci trasforma nel mercato della auto elettriche di produzione teutonica. L’allegra banda del Dragone, che ci tiene in segregazione da oltre un anno, con esperimenti in stile cinese di controllo sociale, è arrivata al capolinea e le manovre del deep state italiano per tenere a galla Conte, comunque e in barba alla democrazia e alla libertà degli italiani, sta uscendo allo scoperto. Giornalisti di lunga navigazione, su vari giornali, anche di solito ossequienti al regime, denunciano le manovre di generali, membri dei servizi, vescovi e massoni per costruire un gruppo di potere che appoggi il grumo di potere che ci tiene nel guano da oltre un anno. Non ho idea se abbiano o meno ragione e se quello che scrivono abbia un senso e si avvalga di fonti certe. In ogni caso è ora che i vescovi pensino a Dio e non a fare politica per conto delle linee cinesi del Vaticano. Fa specie, tra l’altro, che nel piccolo Stato, residuo della Breccia di Porta Pia, addirittura il deep state vaticano riesca a censurare il Papa. Chi di censura ferisce, di censura perisce. Riguardo a generali e uomini dei servizi, se davvero tramano per mantenere l’Italia in mano ai filo cinesi, sono chiaramente felloni. Riguardo ai massoni, quando la democrazia diventa mercato delle vacche al più basso livello, ossia quello della cloaca, è necessario essere chiari. Non ho idea se le notizie di giornalisti come Giannini e Sorgi siano vere, ma se lo fossero, dico solamente che i massoni che si sporcano le mani e la coscienza in un mercanteggiamento immondo hanno buttato alle ortiche la loro iniziazione e meritano solo di essere condannati ad esecranda memoria. I massoni, quando entrano nell’Istituzione massonica, dicono apertamente di giurare fedeltà alle Leggi dello Stato, verso le quali confermano il loro obbligo di obbedienza. Lo Stato in Italia non è il deep state, ma la Repubblica Italiana, la quale ha come carta fondativa la Costituzione. Se un massone trama, concedendosi alle trame del deep state, è un fellone, uno spergiuro, un traditore della sua iniziazione e, pertanto, va condannato con la più terribile delle condanne: l’esecranda memoria. Purtroppo in Italia esistono molte, troppe, comunità massoniche e, in questo momento di grave difficoltà per il Paese e di messa in discussione della democrazia, è necessario che chi le guida si esprima chiaramente, difendendo la Costituzione, la Repubblica, lo Stato, la libertà politica, civile, individuale, di pensiero e di espressione. Chi non si esprime è correo. Per le massonerie italiane è ora di essere chiare, limpide, inequivocabilmente fedeli alla Costituzione e al principio fondante della massoneria, che è la libertà. Fatta chiarezza su questi punti, va detto che l’affermazione di Conte che, in caso di caduta del suo Governo, andrà di casa in casa, ha un significato preciso. Conte avverte il Pd che farà un suo partito, che non uscirà di scena. Conte sa benissimo che il Movimento 5 Stelle è un morto che cammina e pensa di assorbire una discreta quantità di voti dai grillini governativi. Tuttavia, il partito maggiormente sotto scacco è il Pd, che non riesce a uscire da un’ambiguità paralizzante. Conte sa bene che i papalini e i silvestrini del Pd potrebbero trasferirsi armi e bagagli nel suo partito e che il Pd potrebbe essere ridotto ad un partitello senza speranza. Un Pd svuotato dai silvetrini e dai papalini sarebbe la Ditta, ossia il ricettacolo dei nostalgici del Pds, dei Ds, e via compagnia cantante. Il Pd oggi, più che mai, si gioca la pelle. Farla finita con Conte e liberare l’Italia dai filo cinesi, liberando il Parlamento da chi guarda alla Cina come al faro della futura egemonia mondiale, è essenziale e vitale per il Paese, in quanto l’Italia e l’Europa, se vogliono rimanere nell’ambito della democrazia e della libertà, devono stringere un’alleanza strategica con gli Stati Unito d’America per creare un fronte comune che impedisca alle logiche totalitarie e liberticide del Dragone di affermarsi nel mondo. La partita in atto non riguarda i destini di Conte e della sua squadra, ma i destini della nostra libertà, scritta a lettere di fuoco nella Costituzione. Se a Roma i “sei” colli sono ormai testimoni dello stremo del Paese, è ora che chi è fedele alla Costituzione e alla Patria sappia stare dalla parte dello Stato e non del deep state al servizio del Vaticano, che da troppo tempo si è posto l’obiettivo, in parte riuscito, di commissariare il Paese.