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LA REGOLA DEL “SECONDARIO-PRINCIPALE” E LA VIA DELLA SETA SANITARIA PER IL CONTROLLO GEOPOLITICO DEL MONDO

LA REGOLA DEL “SECONDARIO-PRINCIPALE” E LA VIA DELLA SETA SANITARIA PER IL CONTROLLO GEOPOLITICO DEL MONDO

Di Silvano Danesi

Nella guerra che supera i limiti, nel loro saggio dal titolo “Guerra senza limiti” (un testo preparato nel 1996 e uscito nel 1999), Quiao Liang, e Wang Xiangsui, due colonnelli cinesi, affermano che è necessario, anzitutto, “accedere a una reale libertà di pensiero. Abbattere le barriere dell’ideologia è un prerequisito necessario per abbattere le barriere dell’azione. […]. E ancora una volta va sottolineato come la guerra combinata che supera i limiti sia innanzitutto un modo di pensare e solo in seconda istanza sia anche un metodo”.

E’ questo il primo degli elementi essenziali da considerare se si vuole uscire, non solo dalla pandemia, ma dalla guerra batteriologica in atto, che si sta evidenziando come una guerra geopolitica combattuta con le armi sanitarie.

Una guerra che supera i limiti, da qualsiasi parte essa inizi e da chiunque sia condotta, presuppone una difesa che supera i limiti degli schemi abituali, al fine di essere affrontata con una forma mentis completamente nuova, capace di cogliere gli aspetti asimmetrici e quello che i due strateghi cinesi chiamano il principio del “secondario-principale”.

Il principio è desunto dalla grammatica cinese, in base alla quale si divide la struttura della frase in due parti: quella centrale e quella che modifica. L’esempio portato è quello di sintagmi come: “brava persona”, “buona cosa”, “edificio alto”, ecc dove, se togliamo i modificatori, ossia i predicati del soggetto, rimangono parole neutre: persona, cosa, edificio, ecc. “La parola centrale – dicono i due colonnelli cinesi – è l’entità principale, mentre il modificatore ha la funzione di ciò che orienta, e cioè l’elemento «principale» è il corpo dell’elemento «secondario», mentre l’elemento «secondario» è l’anima dell’elemento «principale». Il ruolo dell’anima ha ovviamente un significato decisivo”.

La struttura secondario-principale è asimmetrica ed è assimilata dai due autori alla regola aurea, della quale hanno riscontrato, con un’ampia documentazione, corrispondenze negli schemi di guerra.

Per fare un esempio chiaro, una crisi finanziaria è l’elemento principale, mentre l’elemento che orienta è lo speculatore ed è l’asimmetria tra i due elementi che fa sì che avvenga una deviazione verso l’elemento secondario orientante.

Rimando al testo per gli esempi e per l’interessante teoria, che coinvolge la sezione aurea e il numero aureo come “deviazione verso l’elemento secondario”, per arrivare al punto, ossia alla constatazione che nelle guerre future (e oggi siamo nel futuro del 1996) si combatterà con armi formate da un mix di mezzi principali e di mezzi secondari, ma soprattutto che nelle guerre future “la struttura secondario-principale formata da mezzi militari e da latri mezzi si presenterà con sempre maggior frequenza”.

“Man mano che lo scenario della guerra si è ampliato – scrivono ancora Quiao Liang, e Wang Xiangsui – coinvolgendo la sfera politica, economica, diplomatica, culturale e psicologica, oltre all’ambito terrestre, marino, aereo, spaziale ed elettronico, l’interazione tra tutti questi fattori ha fatto sì che la sfera militare non potesse facilmente essere quella dominante in ogni guerra. La guerra dunque sarà condotta in ambiti non bellici”.

In questi ultimi anni di terza guerra mondiale condotta in ambiti non bellici di esempi ne abbiamo visti non pochi. La guerra commerciale tra Stati è uno di questi, anche se rimane nell’ambito della sfera politica. Diversa è la guerra finanziaria, dove grandi soggetti della finanza creano crisi finanziarie (principale) delle quali il “secondario” determinante sono i soggetti della finanza stessi. La guerra ecologica comprende terremoti, precipitazioni piovose, temperatura atmosferica, composizione dell’atmosfera, livello del mare, caratteristiche della luce solare.

Un esempio concreto è il progetto cinese del controllo del clima, reso noto il mese scorso, che prevede la manipolazione climatica per ottenere pioggia o neve sul 57 per cento del territorio del Dragone. Lo sviluppo di tecnologie di controllo del clima potrebbe portare, come sostenevano appena 3 anni fa i ricercatori della National Taiwan University in un documento pubblicato su Geoforum, ad accuse di “furto di pioggia”, ossia ad una guerra climatica con eccessi di pioggia o scarsità di pioggia su territori nemici.

La pianificata espansione del sistema può rendere altri paesi soggetti alle conseguenze del controllo del clima, portando ulteriori nuvoloni sulle relazioni internazionali.

In questo caso l’elemento principale è il clima, ma l’elemento secondario è chi lo controlla e in funzione di quali obbiettivi. In questo caso tutte le dichiarazioni e i documenti riguardanti l’ecologia mondiale, se prescindono dall’elemento secondario, rimangono nell’ambito della pura propaganda.

Un esempio di guerra informatica è stata quella scatenata lo scorso anno nei confronti di Solar Winds, l’azienda texana di software, che ha consentito agli hacker di penetrare tutti gli uffici pubblici statunitensi e di mettere in crisi la stessa Microsoft.

Avvicinandoci al cuore di questo articolo, entriamo nella guerra tecnologica biochimica.

Nel numero Inverno 2000 del National Strategy Forum Review, il generale Usa David L. Lagrange scrive che i crimini contro l’umanità, le guerre locali e probabilmente i disastri mega terroristici (biologici, chimici, nucleari e informatici) sono minacce  degne di attenzione.

Nel caso di una guerra batteriologica dobbiamo guardare alla principale, ossia, ad esempio alla diffusione di un virus, e all’elemento secondario, che in questo caso è l’antivirus. Il sintagma potrebbe essere: “virus debellabile”, dove l’anima dell’operazione è la parte di debellazione.

E qui arriviamo al punto, che è un punto geopolitico.

Il virus cinese, uscito dal laboratorio di Wuhan, come ormai è sostenuto dalla stragrande maggioranza degli analisti, è stato lasciato correre per mesi nel più assoluto silenzio, cosicché ha impestato il mondo e lo sta impestando, distruggendo vite umane e l’economia del sistema occidentale.

Qui è interessante notare come Quiao Liang, e Wang Xiangsui abbiano teorizzato, sulla base delle analisi di millenarie strategie di guerra, come sia necessario, per chi è più debole, sfiancare l’avversario, rendendolo a sua volta debole per poterlo poi vincere. L’indebolimento del sistema economico occidentale non ha bisogno di ulteriori commenti.

Tuttavia, l’elemento più interessante del sintagma riguarda l’aggettivo debellabile. Con cosa? Non con le cure, che pur ci sono, ma con il vaccino, in quanto il vaccino, ecco l’anima del sintagma strategico, è un asset geopolitico.

I fatti parlano chiaro. La geopolitica del vaccino serve a conquistare alleanze, a stabilire contatti, a suscitare gratitudine.

I russi hanno Sputnik. L’India Covishield. La Cina Sinopharm e Sinovac, ma è la Cina che ha, oltre ai vaccini, una strategia. Nel giugno del 2020 un “Libro bianco”, presentato da Xi Jinping, esprimeva l’obbiettivo di un governo mondiale cinese attraverso una Via della Seta sanitaria, da sviluppare con “un sistema di salute pubblica globale di cui beneficerà tutta l’umanità”.

Fuori dai proclami altisonanti, mentre l’Occidente e, in particolare l’Europa, sono in difficoltà a vaccinare la popolazione, la Cina ha fornito come aiuti vaccini a Pakistan, Brunei, Myanmar, Cambogia, Laos, Sri Lanka, Indonesia, Mongolia, Thailandia e Filippine, con il risultato di consolidare rapporti di amicizia in un’area di prossimità che potrebbe diventare campo di battaglia nel prossimo futuro con gli Usa.

In Africa la Cina ha creatoin Etiopia  un hub tacnologico di 90 mila metri quadrati con celle frigorifere, dotandosi della possibilità di fornire vaccini ai paesi africani.

La stessa strategia è stata usata per quanto riguarda i paesi dell’America latina.

E’ del tutto evidente che la parte del sintagma “debellabile”, secondo la regola del “secondario-principale”, è il vero asso nella manica della strategia del Dragone.

Come risponde l’Occidente? In ordine sparso e con scarsa efficacia. Gli Stati Uniti hanno agito per conto proprio. L’Europa ha dimostrato la sua totale incapacità. Non a caso Michael T.Osterholm, uno dei massimi virologi statunitensi, membro della task force per il Covid dell’attuale amministrazione, nel suo recente libro “Il peggior nemico” scrive che l’Oms è un organismo che non funziona e che serve una sorta di Nato della salute.

E qui arriviamo al fulcro di una possibile strategia vincente: la logistica. Michael T.Osterholm, in un’intervista a Vincenzo Caccioppoli su Panorama afferma che ad un certo punto esploderà una pandemia diverse volte più grande del Covid. Molto probabilmente, dice il virologo, si tratterà di un nuovo virus influenzale con lo stesso potenziale della Spagnola. Ebbene, a questo punto il “secondario” orientante, ossia l’aggettivo “debellabile”, deve essere saldamente in mano a un apparato di difesa complesso, civile e militare, che abbia la capacità di produrre in tempi rapidi gli antivirus e che abbia la logistica adatta a combattere la guerra. L’aver, da parte del Governo Draghi, avviato il recupero della funzionalità della filiera del farmaco made in Italy è un aspetto fondamentale, così come lo è l’aver messo in campo un generale esperto di logistica. Tutto questo va bene, ma se l’Europa è un carrozzone burocratico inefficiente, un nano politico, un microbo militare, per combattere le guerre del futuro è più che mai necessaria un’alleanza strategica politica, economica e militare che, oggi, si chiama Nato.

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